Scrivere in prima persona

Una delle richiesta più frequenti che arrivano a questo blog relativamente alla scrittura è se sia meglio scrivere in prima persona oppure in terza. Vediamo assieme quali siano le peculiarità di queste due scritture in modo di dare una risposta.

Scrivere in prima persona: le caratteristiche principali.

Scrivere in prima persona significa utilizzare la tecnica narrativa in cui tutte le vicende della storia sono vissute e mostrate dal protagonista, o comunque da qualcuno che partecipa attivamente alla scena. Scrivere in prima persona è scrivere attraverso gli occhi, i pensieri e le azioni del protagonista.

Un giallo o un thriller sono tipologie di narrazione che si prestano bene all’utilizzo di questa tecnica. Diventano molto coinvolgenti poichè il lettore procede nella storia di pari passo con il protagonista, cosa che permette di sviluppare un vero e proprio legame tra il personaggio e il lettore stesso.

Esempio scrittura in terza persona
La terza persona può essere meravigliosa per descrivere…

Le atmosfere, il grado di coinvolgimento, la caratterizzazione del protagonista che a questo punto è come se fosse solo con il lettore diventano le peculiarità e i punti di forza di questa scrittura. Narrare i fatti in “corso d’opera” o assieme allo svolgimento stesso della storia rende tutto estremamente naturale e reale.

Scrivere in prima persona è far vivere in diretta una storia al lettore attraverso gli occhi e le azioni del protagonista narrante.

Scrivere in prima persona - Esempio
…ma nulla ti porta nella storia come scrivere in prima persona!

Vincoli della scrittura in prima persona

Nella scrittura in prima persona chi narra la storia potrebbe non essere al corrente di tutti i dettagli degli eventi, anzi generalmente non lo è. Questo vincolo costringe all’utilizzo di tecniche ed escamotage nel caso in cui il nostro eroe debba sapere cose accadute in luoghi o tempi diversi da quelli in cui si trova.

In genere incontra un’altra persona che gli racconta degli eventi successi, oppure vede un video con l’informazione necessaria etc. Di sicuro, non capita quasi mai (questo secondo me è molto importante da sottolineare) che il racconto faccia uso di una voce narrante (terza persona) per aggiornare la storia.

Il punto di vista è sempre quello di chi narra la storia. Le sue considerazioni, i suoi pensieri, i suoi dialoghi: tutto deve essere coerente. E’ una scrittura che avvicina lettore e protagonista in modo assoluto, li rende quasi la stessa cosa per cui comportamenti incoerenti non possono essere ammessi. E’ molto difficile creare colpi di scena, mentre è molto più facile portare il lettore alla tensione, scendendo direttamente “la scala nel buio” assieme a lui.

Attenzione anche ai tempi, a me personalmente piace la prima persona al presente, perché mi fa scorrere la storia tra le mani. La trovo un po’ innaturale al passato, perché rende tutto troppo riflessivo, come se il personaggio narrante si guardasse allo specchio. Se dovessi narrare in prima persona al passato proverei per esempio a spostare il punto del tempo alla data necessaria (magari attraverso il titolo del capitolo) e poi da lì partirei con la prima persona al presente (narrare ai tempi di accadimento dei fatti).

Conclusioni: Quando è preferibile scrivere in prima persona

Il mio pensiero è che sia preferibile scrivere in prima persona quando il protagonista è in assoluto il centro della storia. Questo presuppone avere in mente una narrazione  lineare e ordinata nel tempo, in modo tale che la coerenza tra storia, personaggio narrante e svolgimento dei fatti sia assoluta. Ne beneficeranno sicuramente storie di azione, thriller e gialli con un protagonista brillante, curioso e coraggioso, dove i fatti assomiglino maledettamente all’immagine di questo articolo!

Nel caso in cui tu abbia tantissimi personaggi che si muovono in modo diverso e in contemporanea, la prima persona diventa quasi impossibile, costringendo a forzature che francamente eviterei. Chiediti quindi quali siano le esigenze narrative della tua storia prima di decidere.

La prima persona è utilizzabile anche per esprimere sentimenti di altre persone, vissuti attraverso gli occhi, ovvero il punto di vista, del personaggio narrante. Complicato? Forse, ma il risultato potrebbe essere meraviglioso per chi legge, non credi?

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11 Commenti

  1. Bell’articolo! Davvero. Io sto scrivendo in prima persona, perché il racconto e incentrato proprio sul protagonista, ruota tutto intorno alti e alle sue riflessioni. Scrivo al passato, perché il protagonista narra qualcosa che avviene appunto nel passato e al presente scrivo solo delle considerazioni o riflessioni valide sempre, al di fuori del tempo.
    Grazie mille i tuoi articoli sono sempre interessanti!!

  2. Io adoro la scrittura in prima persona. Riesce a farti entrare nel romanzo, a farti provare quello che il protagonista prova. Difatti il mio romanzo è tutto scritto in prima persona presente!

    1. Grande Miriam 🙂
      Concordo in pieno con te.

      Non posso non spezzare una lancia anche a favore della terza persona, soprattutto nel caso di storie complesse con decine e decine di personaggi e di incroci di trame 🙂
      ciao e grazie per il commento!

      1. Credo vada sottolineato un grosso limite-difetto della prima persona. Se non controllata a dovere la prima persona narrante ha la pessima tendenza a parlare, parlae, parlare, e rischia di diventare logorroica, pedante e oltremodo noiosa per il lettore. Avete presente quelle narrazioni dobe il narratore blatera a più non posso di sé, delle sue paturnie mentali e via di questo passo? Io le evito come la peste!
        Certo ogni voce narrante ha i suoi pregi ei suoi difetti. Non si può certo scrivere una saga familiare di 1.000 pagine che si snoda per tre secoli, per esempio, con la prima persona. Qui sta la scelta prima di uno scrittore, utuiizzare la voce narrante più consona alla vicenda che intende portare a conoscenza dei lettori.
        Riassumendo: Prima perona= ampio coinvolgimento emotivo del lelttore. Difetti: occorre tenerla controllata, non può sapere tutto (ma questo può essere un vantaggio, anche, non dimentichiamolo) il lettore conosce solo ciò che conosce il narratore.
        Rehel.

        1. Ciao Giuseppe
          Hai proprio ragione e forse ho peccato un po’ nel non evidenziare ancor di più questo limite. Grazie per il tuo punto di vista, molto interessante, così come il tuo blog 🙂 Ciao ciao

  3. Buongiorno, molto interessante questa sua analisi. Le sottopongo il mio caso specifico, augurandomi di trovare un suo valido suggerimento. La mia intenzione è di scrivere un libro che racconti la storia dello scoutismo nel mio piccolo paese: essendo stata un’esperienza che mi ha visto per molti anni parte attiva come suo socio, è preferibile raccontare fatti, aneddoti e ricordi in prima persona oppure mantenere la terza persona per scrivere così una specie di saggio? Grazie e complimenti per il suo sito!

    1. Ciao Dean

      Intanto grazie per i complimenti: fanno sempre piacere.
      Per poterti dare un consiglio diretto bisognerebbe approfondire un minimo il taglio che vuoi dare al libro, hai già un’idea di come proporlo o come venderlo? Dove, su che canali distribuirlo? Qual’è il tuo obiettivo reale con quest’opera?

      Ponendoti le giuste domande otterresti sicuramente una risposta precisa.

      Volendolo fare un po’ più distaccato, come dicevi tu “tipo saggio” io userei la terza persona. Così avresti modo di fare un’analisi storica dei fatti, riportarli in modo preciso con tutti i riferimenti necessari etc. Una cronostoria in cui aggiungere tutto quello che serve, che tu l’abbia vissuta o meno.

      Magari potrebbe essere appetibile per associazioni, per istituzioni del tuo paese etc. Pensa e rifletti su dove/come vorrai venderlo.

      Un punto di vista in prima persona potrebbe essere molto interessante per dare un taglio completamente diverso al libro. Potresti infatti renderlo più romanzato, porti al centro come protagonista e raccontare gli eventi storici rivivendoli direttamente. Credo possa essere interessante e originale come approccio.

      Per quella che è la mia esperienza, quello che si vede più spesso in questo genere di cose è la terza persona. La prima cambia le carte in tavola, bisognerebbe solo capire se questa punta di originalità possa essere interessante per gli obiettivi che hai o controproducente, perché meno adatta ad essere inserita in contesti ufficiali o pubblici del posto in cui vivi.

      …e comunque sia: in bocca al lupo per il tuo progetto!

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